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Pratico la pittura da non molti anni. Nel guardare i quadri di chiunque provo forti emozioni; quelle suscitate da alcune opere  di Picasso e  Kandinskj sono le più forti e, mio malgrado, non riesco a condividerle con nessuno, tanto penetrano i punti più profondi della mia anima. La pittura asservita al potere  mi ha spinto inizialmente, per reazione, a dipingere solo i “derelitti”, “i senza nome” della terra. Dopo una lunga pausa, consapevole della necessità di imparare il più possibile la tecnica, mi sono riavvicinato al cavalletto ed all’associazione. Oggi dipingo prevalentemente spazi aperti.  Cielo, mare e spiaggia sono diventati i miei soggetti pittorici che ospitano spesso un oggetto semplice, povero, uno scarto del consumo e del tempo. E’ il mio neofigurativo. Cambierà negli anni? Non lo so. Lo vedremo assieme.

Marcello Guzzo

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